L’argomento relativo alla microfauna dannosa per le piante di peperoncino è veramente molto vasto: dai cosiddetti “pidocchi delle piante” si arriva alle mosche bianche, dagli imenotteri si spazia fino ai gasteropodi, con effetti più o meno macroscopici da valutare nelle nostre coltivazioni.
È certo che, grande o piccola che sia l’alterazione provocata alle piantine, conviene eliminarne alla radice la sorgente, con metodi calibrati a seconda dell’entità dell’infestazione o delle preferenze che abbiamo nell’approcciarci all’agricoltura (anche fai-da-te).
Il primo step da compiere per capire come intervenire su un problema specifico è individuarne correttamente la fonte. Se infatti alcuni animaletti sono largamente conosciuti, altri sono quasi materia per entomologi ed esperti del settore: una volta scoperti nomi ed immagini di riferimento, però, sarà possibile individuarli e ricorrere ai loro antagonisti naturali o ai rimedi chimici utilizzabili come deterrente.
Taluni piccoli parassiti sono tuttavia quasi invisibili: è il caso, ad esempio, degli eriofidi, acari fitofagi dalle dimensioni inferiori al mezzo millimetro e perciò difficili da individuare. Anche i cosiddetti “ragnetti rossi” possono nuocere alle piante, appartenendo alla stessa famiglia di creature; in alternativa agli acaricidi, è possibile introdurre in coltura i predatori del Tetranychus urticae (l’acaro rosso), che se ne ciberanno lasciando intatta la vostra pianta.
Le cocciniglie sono insetti abituati a nutrirsi di linfa, da qualsiasi punto della pianta: foglie, germogli, rami, frutti, per loro non v’è alcuna differenza. L’evoluzione ha fatto sì che questa superfamiglia di insetti si specializzasse nella fitofagia, provocando non poche problematiche in campo agricolo. La loro saliva è tossica per le piante e le loro secrezioni dolci invitano lo sviluppo di infezioni fungine secondarie, portando la pianta ad una sofferenza generalizzata.
Anche in questo caso è comunque agevole introdurre un predatore naturale delle cocciniglie per rimuoverle dalle foglie, oppure scacciarle tramite la pulizia della pianta con oli vegetali appositi o soluzioni a base di alcool.
Purtroppo, la risposta a questa domanda è affermativa: le cimici verdi causano il deperimento della pianta con i loro morsi, rendendo sgradevole il sapore dei frutti oltre ad indurre necrosi nelle foglie. Per allontanarle, tra i rimedi naturali vi è il piretro, un’insetticida ricavata dal Tanacetum cinerariifolium (un’asteracea detta anche “piretro della Dalmazia”).
Per prevenire l’infestazione da cimici, è possibile installare trappole cromotropiche come dissuasori e “accalappiatori” di insetti assolutamente biologici, realizzabili con un modesto dispendio di energie. Si tratta in fondo di fogli ricoperti di colla, colorati normalmente di blu o di giallo per attirare meglio i parassiti, che cadranno nel tranello con ancora maggiore facilità se si combinerà al pannello colorato anche un feromone odoroso.
Come sottolineavamo all’inizio di questo excursus, è particolarmente complesso trattare in un solo brano tutte le possibili infestazioni: abbiamo tuttavia dato un buon quadro di alcuni dei rimedi più diffusi per contrastare le maggiori sorgenti di stress e malessere per le piante di peperoncino. Torneremo sicuramente sull’argomento in una prossima pubblicazione di Spice Magazine!